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Quando la vita chiama

Inizia la Quaresima.

Mi dirai subito: “Bah, aria di predica!”. Tutt’altro. E’ aria di vita nuova.

Per non essere ammuffiti, stanchi, senza motivazioni, schiavi di tante cose comode e inutili,

storditi, soddisfatti e sempre scontenti.

Quaresima: messaggio per persone  decise, che prendono in mano la loro vita, vivono e non si lasciano vivere, liberi e non soggetti, senza complessi. Senza paure, perché hanno vinto il male, senza chiusure, senza fossati, ponti di amicizia, che riflettono e sanno “mettersi contro” pur di difendere gli ultimi di tutti.

Quaresima: inizio della preparazione per le olimpiadi della vita, direzione nuova che mi porta dentro di me, riconoscimento della testardaggine che mi fa sbagliare, avventura giocata sul filo del rischio, rischio di essere veri, controcorrente, contro il “mucchio”, pronti a pagare il prezzo di restare da soli.

Quaresima: per ricordare che siamo limitati e che possiamo vivere bene con i limiti; per decidere di essere sempre un dono; per non avere paura di nessuno nel dire la verità; per avere la forza di ricevere anche le uova in testa, piuttosto che piegare la testa.

Questo è il senso della nuova pagina:

Quando la vita chiama.

Quando la vita chiama ascoltala, rispondi, vivila. Chi è così fifone da tirarsi indietro?

 

Don Mario Simula

 

Quando la Vita Chiama

Esaltare

(Vangelo di Luca 18,9-14)

Figlio mio, figlia mia.

Nel mondo capita spesso così. Finché uno può esaltarsi, mettersi in mostra, farsi considerare o considerarsi migliore degli altri, lo fa volentieri. C’è chi, a forza di raccontare le sue meraviglie, viene anche creduto (dagli ingenui non da tutti!). Chi, invece, ha valore o è una persona buona e umile, viene molte volte schiacciato.

Pensa quanti palloni gonfiati riempiono il mondo. Sono belli, colorati, volano nel cielo. Basta un nulla e paffff! Si sgonfiano, perché scoppiano.

Chi sono i tuoi amici più antipatici? Quelli che si credono e fanno i bulli. Poverini, fanno anche pena.

Chi sono le tua amiche più insopportabili? Quelle che ti guardano di sbieco, girando gli occhi verso chi non esiste e facendo le labbra una su e una giù, disgustate. Non le salva nemmeno il trucco. Si credono la regina Elisabetta di ottant’otto anni fa.

Poi guardi bene e trovi accanto a te persone semplici, pronte ad aiutare. Quasi quasi si nascondono. Riconoscono i propri sbagli. E’ chiaro che “non fanno tendenza” (trend, si dice in inglese?). Eppure sono così preziosi e accoglienti!

 

Caro Dio, ti stai, per caso, riferendo a qualcuno o a qualcuna?

 

Figlio mio, figlia mia.

Quando Mara mi dice: “Io sono apposto! Non faccio nulla di male, e poi ha la lingua biforcuta, di chi parlo? Quando Glauco con i suoi occhi “verde chiaro”, non fa altro che vantarsi, fino a diventare un bè pesante per chi lo deve sopportare, di chi parlo? Vedi tu. Quando Greta si concia a tal punto da attirare gli sguardi di tutti, ma poi è tutto buccia e lo vedono e lo dicono tutti, di che cosa stiamo parlando? Quando Mirko è troppo convinto che il suo nome significa “gloria del mondo”, ma se lo avvicini ti fa dire: che gloria, che gloria! Quello è solo uno  ……… ! Tutto è chiaro.

Pensa come è bello Matteo, sempre attento e misurato, che sa anche far ridere e racconta, tutto serio, barzellette da sballo. Pensa a Miranda che sa essere gentile e gradevole senza dover ricorrere ai “trucchi”.

 

Caro Dio, capisco che anche tu hai le tue preferenze o mi sbaglio?

 

Figlio mio e figlia mia.

Hai visto bene, non ti sbagli per niente. Mi piace chi riconosce i propri sbagli: lo posso amare così com’è. Mi piace chi veste semplice, ma ha un cuore d’oro. Mi piace chi ha qualche difficoltà eppure valorizza tutti i suoi doni ed è bravo.

Non so che pesci pigliare con chi non ha bisogno di nulla, ha tutto; con chi si vanta e basta, insopportabile e noioso; con chi disprezza gli altri credendosi il top del mondo intero (ehhhhhhhhhh, se gliene avanza); con chi ha sempre il corpo in prima fila, ma il cervello all’ultimo posto. Cosa ne posso cavare? Sì, un’idea mi viene. Rimetterlo dentro la forma come si fa con le scarpe e rifarlo a nuovo. Se ci sta!

Proviamo ad anticipare il Giro d’Italia, iniziando dalla fine.

Maglia nera: Donne e uomini “sempre in piazza”: per esistere hanno bisogno del pubblico, di chi consuma con gli occhi la loro apparenza, ma non nota per niente le loro persone. Dove sono andate a finire?

Maglia grigia: Donne e uomini sempre sul bancone al mercatino: Ogni cosa importante la contrattano al mercato. Non conoscono la vita personale, il dialogo tra amici. Sono sempre “fuori”.

Maglia rossa (maglia del premio della montagna): Donne e uomini “non in vendita”. Vanno all’essenziale. Non si costruiscono con la pubblicità. Non sono l’ultimo prodotto di grido. Non conoscono l’ultima moda, in nessun campo. Sono quello che sono: con i piedi per terra, creative, simpatiche, fantasiose e concrete. Sanno fare il loro lavoro senza apparire “secchione”, “soggette”.

Maglia rosa: Donne e uomini “pregi e limiti”. Sono il più bel capolavoro del mondo. Sanno apprezzarsi, con equilibrio. Riconoscono i propri limiti senza deprimersi, anzi con la volontà di accettarli e di affrontarli. Maglia rosaaaaaaaaa!

E’ chiaro il Vangelo di san Luca al capitolo 18? O no? Se non è chiaro di che maglia sei?

Don Mario Simula

 

 

 

 

 

                   

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