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A tu per tu con la parola di Dio...

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C:

SOLLENNITA’ DI CRISTO RE DELL’UNIVERSO

GESU’, REGNA SU DI NOI!

2 Samuele 5,1-3; Salmo 121; Colossesi 1,12-20; Luca 23,35-43

 

Il trono sul quale siede Gesù è un legno di vergogna e di disprezzo.

Chi crede di essere questo Maestro che mette in discussione la legge servile degli uomini? Chi vuole dominare un condannato di questa specie? A chi pretende di parlare un uomo ridotto in queste condizioni disumane, irriconoscibili, senza bellezza né splendore, molto simile ai morti gettati nelle fosse comuni, ai corpi sfigurati dalla fame, alle larve che trasmigrano, ai tanti senza nome, né dignità, né diritto ad esistere al contrario degli altri “che contano”?

Scenda dalla sua “altezza” e dimostri che cosa sa fare, quanto vale, come è irresistibile la sua potenza.

Gesù, nessun trono è altrettanto sfolgorante e prezioso, ambito da coloro che hanno capito i segreti dell’amore. Su quel legno c’è il cuore di Dio che accetta il silenzio, il nascondimento, l’inesistenza, il disprezzo, perché Dio sa amare soltanto in questo modo.

Su quel legno c’è la nostra definitiva vittoria.

Tutto verrà spazzato via di ciò che sa di presunzione umana, corrotta, ambiziosa, arrogante, sprezzante di ogni dignità. Ogni altro potere costruito sul denaro grondante di sangue innocente, sull’orgoglio vano e passeggero, sull’illusione di poter dare ordini anche a Dio, verrà inghiottito da quel silenzio, sconvolgente, sconcertante, carico di mistero, indecifrabile.

Sono le tre del pomeriggio, ora della canicola. Eppure si fa notte su tutta la terra. Una notte cupa che ospita il pianto di coloro che nessuno consola, le lacrime che nessuno scorge, il grido degli inascoltati, le piaghe dell’umanità sofferente e ferita. Una notte in pieno giorno. Noi abbiamo la capacità di oscurare il sole, per far trionfare le tenebre. Ma sarà questione di attimi. All’alba del terzo giorno la luce inonderà la terra, come una marea travolgente e la vita prenderà il sopravvento su tutte le morti procurate dalla crudeltà degli uomini.

Ma già una luce abbagliante si irradia dalla croce. Accanto al lamento doloroso come un vagito e che implora misericordia: “Ricordati di me!”, si ode il tuono di Dio, un vento impetuoso che esplode lungo i sentieri della terra, che rimbalza di montagna in montagna, che attraversa mari e oceani. “Oggi con me sarai nel paradiso”.

Chi si unirà a quel delinquente perdonato? Ogni povero, ogni ammutolito, ogni dileggiato del mondo, ogni vittima di violenza.

Si uniranno anche coloro che hanno seminato odio e tragedie? Può darsi. Se dovesse avvenire, lo faranno vestiti di cenere e di confusione, solcati di pianto e inconsolabili, per la stoltezza della loro vita.

Si credevano origine, ragione, garanzia del mondo. Padroni assoluti e incontrastati. Re di tutto e di tutti. Ora se ne vanno battendosi il petto, nella speranza che nel cuore di Dio sia rimasto un angolo di misericordia per loro, sperando che nel ricordo di Dio sia rimasta memoria del loro volto orribile per il quale risuona un assordante e disperante: “Non ti conosco!”.

Tutti ti apparteniamo Gesù, re dal cuore incandescente. Tutti siamo stati trasferiti nel regno Tuo, Figlio dell’amore.

Gesù, Tu sei il primo e l’ultimo, il senso, la vita, l’energia, la presenza, la bellezza della giustizia e del perdono. Tu sei il primogenito di coloro che risorgono. Tu riconcili in te tutte le cose e tutti gli uomini.

Tu, col sangue amaro della Croce sei la pace per ogni creatura.

Ritorniamo ai tuoi piedi inchiodati alla croce e che versano sangue sulle nostre miserie. Ti abbiamo disprezzato. Ti abbiamo dileggiato. Ci siamo presi gioco di Te.

E tu ci accogli, inguaribile frutto dell’amore, straripante misericordia, indicibile tenerezza, insaziabile dolcezza.

Ti chiedo: ci accoglierai tutti? Anche me, traditore quotidiano della tua bellezza. Anche tutti coloro che hanno costruito la vita sulla morte e sull’odio, sull’ingiustizia e sulla più tetra crudeltà?

Nel profondo del mio cuore c’è poco posto, Signore. Molti li lascerei eternamente alla porta.

Ma Tu leggi nel miei pensieri mentre io, scrutando i tuoi occhi, mi accorgo che si velano di tristezza, perché hanno imparato a contemplare altri orizzonti. Gesù, Tu ami tutti.

“Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo regno. Non solo di me solo. Anche di tutti quelli che il tuo amore sa contenere”. Mi dispiace, in fondo. Tuttavia, piace a Te.

 

                                                                                                          

 

 

                                                                                                 Don Mario Simula

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