Che cosa è la Preghiera?
Un giorno gli apostoli chiedono a Gesù: “Maestro, insegnaci a pregare!”.
In quella occasione Gesù insegna la preghiera che noi chiamiamo del Padre Nostro. La conosciamo tutti. Forse la diciamo senza pensarci. Gesù ci ha voluto dare un modello per comprendere che cosa è la preghiera.
La preghiera è un incontro di un amico con l’Amico (prendere preghiere inserite nei sussidi fatti)
La preghiera è trovarsi faccia a faccia e iniziare a raccontarsi (all’Amico Dio non si parla di nuvole ma si racconta la vita, le gioie, le sofferenze, i malumori, le paure. Con l’Amico non ho segreti. Anche perché lui mi ascolta e se imparo ad incontrarlo, mi accorgerò che mi risponde. All’inizio mi sento un po’ intimorito, o dico le cose per abitudine. Poi prendo confidenza. Ho sempre più voglia di dire tutto. Il mio cuore batte, è felice, lo sento più libero. Mi accorgo che il mio Amico sta ascoltando con molto amore. Quello che gli dico gli interessa proprio. Mi capita anche di stare in silenzio e di guardare il mio Amico negli occhi e i nostri occhi parlano. Sono felice quando mi accorgo che il mio Amico Dio mi sta parlando e io lo ascolto).
La preghiera è un gesto di amicizia.
La preghiera è un atto di fiducia (la serenità più grande della nostra vita nasce quando parliamo con una persona della quale possiamo fidarci a occhi chiusi. Posso dire anche cose brutte, posso anche lamentarmi, quella persona mi ascolta e mi guarda sempre con un volto sereno. Quando prego l’Amico Dio, imparo, giorno dopo giorno, a fidarmi di lui. Non mi sgrida, non mi guarda male, non mi allontana. Davanti al suo cuore ci sono soltanto io. Non ho più bisogno di controllarmi in quello che gli dico. Posso essere un libro aperto; anche perché se in qualche cosa esagero, lui mi corregge con dolcezza. Ho capito che si fida di me!).
La preghiera è un momento di confidenza (raccontare l’amore che si prova verso un amico regala una gioia che non si può descrivere. Continuando a cercare senza stancarmi, il mio Amico Dio, arrivo a dirgli tutto l’amore che ho per lui. Con le parole più belle. Con il cuore felice. Lui, l’Amico mio, mi dimostra tutta la sua felicità. Posso proprio dirlo che tra di noi cè una grande confidenza. Ci cerchiamo sempre quando abbiamo qualcosa da dirci. Nessuno di noi dice: “non ho tempo. Adesso sono occupato”. Noi desideriamo la confidenza).
Devo conoscere con chi parlo e a chi mi rivolgo: la preghiera è un dialogo col mio Amico Dio Padre. Nella preghiera non mi stancherò mai di chiedere al mio Amico Dio: “Insegnami a conoscerti”.
La persona che prega ha una storia, prova dei sentimenti, sente il bisogno di comunicarli. E’ una persona viva, in carne e ossa. Colui che prega sei tu quando vuoi raccontare la tua felicità, ti accorgi di avere sbagliato, sei stanco e triste.
E’ la persona che prega. Soltanto la persona prova questi stati d’animo e sente il bisogno di manifestarli.
Prega chi è semplice nel cuore.
Prega chi è umile e sa di avere bisogno di un altro.
Prega chi è capace di dialogare.
Prega chi sa fidarsi.
Prega chi si sente povero, sa di avere tanti limiti ma comprende anche di essere molto prezioso.
Noi non siamo sempre felici. Talvolta non stiamo nella pelle per la gioia. Qualche volta ci ammaliamo. Spesso sbagliamo. Per ogni situazione della nostra vita esiste un modo di pregare.
La preghiera può essere una lode: sei forte Dio.
La preghiera può essere un ringraziamento: grazie Dio.
La preghiera può essere una richiesta: Dio aiutami.
La preghiera può essere una richiesta di perdono: Ho sbagliato Dio.
Ognuno di noi ha bisogno di comunicare le cose più importanti della sua vita, ma anche quelle semplici. Io prego per conoscere sempre di più il mio Amico Dio. Per potergli dire il mio amore. Per fargli sapere sempre che mi fa piacere stare con lui. A Gesù parlo come ad un compagno di tutti i giorni. Prego lo Spirito Santo perché è sempre con me. mi illumina. Mi incoraggia. Mi da forza. Abbiamo anche una mamma: Maria la Madre di Gesù. E’ proprio facile cercare lei quando ci sembra difficile incontrare l’Amico Dio.
Con il mio Amico Dio non posso essere avere il corpo rigido, qualsiasi posizione. L’incontro e il dialogo chiede anche di essere belli agli occhi dell’Amico. Anche i sentimenti non si esprimono tutti alla stessa maniera. La preghiera mi chiede un atteggiamento del corpo a seconda di quello che domando, di quello che dico. Faccio solo un esempio: per fare i complimenti a Dio quando guardo la creazione sto in piedi, alzo le braccia. Sono proprio meravigliato. A volte non ho bisogno di parole. In certi momenti devo proprio gridare. Con l’Amico Dio devo essere sempre e soltanto me stesso anche nei gesti più spontanei ma sempre belli, delicati, rispettosi. Dio è il primo che ci rispetta.
Si prega sempre. La preghiera è come un filo diretto che non si spezza mai, anche quando non lo utilizzo è sempre teso. Sempre mi tiene unito all’Amico Dio. Per questo posso cercarlo quando voglio perché immediatamente si attiva la connessione. Al mattino. Durante la giornata. Alla sera. Prima dei pasti. Quando sono triste. Quando sono felice. Sempre. Prego quando sono da solo. Prego in famiglia. Prego con la mia comunità parrocchiale. Prego nel gruppo. Basta anche solo un attimo per pregare. Dire: “ti amo. Perdonami. Grazie” richiede due secondi eppure ciascuno di quei verbi è una preghiera.
Ogni luogo è adatto per pregare il mio Amico Dio. La strada, la scuola, la palestra, una gita al mare. Perché la preghiera nasce dal cuore, non la devono vedere gli altri. La deve sentire Dio. Si può pregare da soli, quando siamo nella nostra camera e nessuno ci disturba. Con una comunità, soprattutto in chiesa. Sarebbe molto bello pregare in casa: genitori e figli. Dovunque mi trovi sono sempre in contato: posso sempre pregare.
(Dagli scritti di don Mario Simula)